domenica 27 giugno 2010

Sulle somiglianze tra Totti e un grande uccello marino

Per divertirsi a volte gl'equipaggi
pigliano un albatro, enorme sui mari
che è compagno di vagabondaggi
di ogni nave sugl'abissi amari.
Appena tocca il ponte, quel grandioso
re dell'azzurro, qui goffo e maldestro,
le bianche e grandi ali ammaina, pietoso
come un remator che rema senza estro.
Quel viaggiatore alato, quant'è fiacco!
Prima tanto bello, ora sì sgraziato!
Chi l'tormenta col fuoco del tabacco,
chi chiama "zoppo!", lui ch'avea volato.
Totti ricorda il Principe dei nembi:
sfida i tacchetti, umilia chi l'affronta;
visto negli spot, nei stacchetti sghembi,
perde quelle ali, resta solo l'onta.

(l'originale)

venerdì 25 giugno 2010

Il congedo di Lippi

Il gruppo E (duro...), che non dominai
lo salutiamo, ultimi. Che coraggio!
Viaggio per non far mai entrare Maggio.
A casa, a casa e fuori. E tu ben sai.

A casa, a casa e fuori. Gl'inviati Rai
per i quali, sempre, fui il più saggio
adesso fan domande: solo un assaggio
di quello che sarà. Vedrai, vedrai.

Di qui, dall'altopiano, o mia Italietta,

io chiedo scusa per la confusione

con cui s'è scesi in campo, per la benda

legata sui miei occhi, stretta stretta

da cui Iaquinta e Pepe in formazione
distrussero in quel modo una leggenda.

(l'originale)

mercoledì 23 giugno 2010

Fabio Capello's Thoughts

Yesterday,
All those draws seemed so far away,
Now it looks as though we're going to pay,
Oh, I believe in yesterday.

Suddenly,
Terry is half the man he used to be,
There's a Wayne Bridge hanging over me,
Oh, yesterday came suddenly.

Yesterday,
Football was such an easy game to play,
Now I need Rob Green to take the blame,
Oh, I believe in poor D James.

Where have
All their balls gone I don't know, look at Rooney playing.
I summoned,
King and Cole, now I long for yesterday.

Yesterday,
Football was such an easy game to play,
Now I need Rob Green to take the blame,
Oh, I believe in poor D James.

Ballata dei bleus dei tempi antichi

Ditemi in che stadio
trovar Lizarazu
oggi che alla radio
si nomina Govou;
giunti nei mondiali
soltanto con le man,
puniti dai locali...
Ma dove sta Zidane?

Dov'è a fare diga
il grande Franck Lebèf
e il destro che castiga
scagliato da Djorkaeff?
La squadra lacerata
divisa in gilde e clan
si chiede sconsolata:
"Ma dove sta Zidane?"

I gol di Dugarry
lontani ormai anni luce
e pure Desailly
che chiude e poi ricuce.
Ci manca - avanti, marsch!
chi lotti (un Boghossian?);
rimpiango anche Guivarch...
Ma dove sta Zidane?

O Francia, non cercare
dove son, cosa fan;
continua a domandare
"Ma dove sta Zidane?"

(l'originale)

mercoledì 16 giugno 2010

Spagna - Svizzera e autoreferenzialità

Dai monti pien di neve,
discesi senza fretta,
affabili e tranquilli,
così come Barnetta.

Quegli altri, Furie Rosse,
adusi alla corrida,
poetan con i piedi,
ma perdono la sfida.

Poggiò la palla in rete
Gelson, del Sant Etienne.
Casillas quasi svenne.

La Svizzera è precisa,
tenace, quasi un maglio:
traversa della Spagna,
le uscite di Benaglio.

Poi nulla, poco resta
ed escon sconsolati
Torres, Alonso e Iniesta.

Vuvuzelas

Taci. Su li spalti
dei stadi non odo
parole che dici
umane; ma odo
trombe e rumori
che paiono vespe e zanzare
vicine.
Ascolta. Rumore
da tifosi sparsi
Rumore su Federici
Ronaldo e Carrasso,
rumore su Chiellini,
Vidosic e Martins.
Rumore su Martines
e Pazzini,
su Silvestre e Ottamendi
difensori accorti,
su attaccanti forti
dai gol mancanti,
rumore su De Rossi
e Cavani,
Rumore sui falli di mani
ignude,
sui nostri giocatori
più fieri,
sugli straniti portieri
che spesso commetton
cappella,
sulla squadra celeste
che ieri
ti illuse, che oggi ci illude,
il Giappone.

Brasile-Corea del Nord, il pianto del numero 9

Brillanti maglie rosse
gli atleti coreani;
a fianco ai brasiliani
le loro facce scosse.

Nutriti in ortodosse
caserme a pane e cani
davanti al Jabulani
il nove si commosse.

Pïangi, Jong Tae-Se,
pïangi come se
in quelle dure note

sciolte sulle tue gote
scorrano ciechi e muti
follie e sogni perduti.

mercoledì 9 giugno 2010

Lippi al suo pupillo Iaquinta

T'amo mio nove; ed un presentimento
di rigore fallace al cor m'infondi,
o che leggero come un monumento
tu corri i campi d'Africa infecondi,
o che del gioco facendoti strumento
la palla gol di Pirlo cicchi e affondi;
ei t'insulta e ti punge, e tu co 'l lento
giro degli ottusi occhi rispondi.
E pel grave erroraccio, onde la sfera
sbucciata si disperde larga e quieta,
la Nazione nel gran silenzio perde.