lunedì 25 ottobre 2010

Accidenti dell'amore

Se mai sul nostro amore nevicasse,
sarei la palla rossa, per vederti;
se pure tutto il bianco c'abbagliasse,
segnerei limiti e confini incerti.

Sperando di salvar la relazione
dal grosso rischio d'una sospensione;
e lo farei così, a modo mio.

Lo stesso, se il portiere si lanciasse
(contando male il tempo) a guanti aperti
ed il cross teso invece lo saltasse,
come succede solo agli inesperti:

io sulla riga fermerei l'pallone,
senza poi rinfacciargli lo svarione.
Ché quel portiere a terra è l'amor mio.

mercoledì 20 ottobre 2010

Cantico della squadra latina

La rumena squadra fu regina
delle squadre che sono quaggiù;
quando al capo suo brillò divina
quella Stella ch'ora non c'è più.
Era Hagi a mostrar la strada
con i raggi delle sue invenzioni;
era lui a guidare la masnada
che temevan tutte le nazioni.

Ogni tocco in lui era prezioso,
magistrale, dolce, affascinante
e facea l'nemico più rabbioso
genuflettersi, quasi adorante.
Era bella quella nazionale
risplendente nel mondiale caldo,
come Venere, senza un uguale,
sorse nuda su dal mar smeraldo.

Quella squadra là era in possesso
dei più bei tesori di 'sto gioco:
un attacco che segnava spesso
dei mediani che sbagliavan poco.
Belodedici poi, in difesa
s'adoprava con il giusto nerbo
a frustrare qualche discesa
col vigore suo, da mezzo serbo.

Ma se un giorno vorrai sapere
che successe a quella Romania,
ti dirò che le mancò 'l portiere
che fu quella l'unica amnesia.
Però davanti al dio del pallone
quella squadra, tutto sommato,
potrà dire "Togli quell'azione;
per il resto, io t'ho onorato".

(qui l'originale, anche in francese)

martedì 12 ottobre 2010

La posta dei poeti-lettori

Dal dottor Novaffanculotu (novaffanculotu.tumblr.com) riceviamo e volentieri pubblichiamo una dotta dissertazione sul tema "La filastrocca del Caffè Borghetti". Come si vede, sbaglia di grosso chi ritiene terminata la funzione poetica e mitopoietica dell'ebbrezza, che tanto ha influito sullo svilupparsi della civiltà occidentale. Grazie Dottore.

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Nell'eden mistico
della massima serie
che da Catania
dona solo intemperie
non vola Schelotto
non brilla Parolo
col vecchio Antonioli
sol mi consolo.

venerdì 8 ottobre 2010

La prima volta sul campo grande

Non ti distingui tra i tanti,
nei tuoi calzoncini giganti,
bambino; ma oggi è diverso,
un nuovo stupendo universo

abbaglia la tua breve vita.
È oggi la prima partita.
Adesso che tutto comincia
puoi diventare Garrincha;

o Zico, Jairzinho, Vavà
(li nomina sempre papà).
Ma tu non lo sai, non t'importa:
osservi soltanto la porta.

E forse ti vien da pensare:
"Se solo potessi segnare
colpendo l'enorme pallone
allora divento un campione;

allora m'applaudono tutti.
I bimbi più grandi, distrutti,
mi guardano muti piangenti,
ed escon dal campo perdenti.

Io rido vedendo 'ste scene;
e anche quei panni giganti,
per i quali scherzano in tanti,
se segno, mi stanno anche bene".

lunedì 4 ottobre 2010

Errori tattici dei giocatori viola

Mihajlović, l'uomo di Vukovar
osserva Cerci un gran buco
far; sicché lesti come gatti
quei del Palermo in due o tre
arrivano davanti a Frey.
La prossima, gioca Bolatti.