giovedì 17 novembre 2011

Omaggio a Giovanni Trapattoni alla maniera di Giovanni Pascoli

Il verde catino
ricolmo d'amore
fremeva a Dublino
di vivo clamore:
s'abbracciano Ward, Robbie Keane:
festeggiano per la vittoria;
festeggia, in silenzio, Giuanìn.
Hai visto, Giovanni?
Sì, passano gli anni,
ma tu scrivi sempre la storia.

Lo so, tu ripensi
(nel fondo dei sensi)
la mano di Henry,
laggiù a Saint Denis,
ti tolse più grande trionfo...
Andarono i franchi, per te,
incontro a un patetico tonfo.
Da forte, ne ridi:
saluti McGeady,
lo stadio ripete gli olé.

Allora rivolgi un sussurro
alzando modesto lo sguardo
dall'occhio tuo azzurro:
ringrazi lo stadio smeraldo.
E pensano sulle tribune:
Il Trap non ha occhi, ma acciai
per forza non piange sfortune,
non si ferma mai.

domenica 30 ottobre 2011

Limerick per Diego

C'era un nanetto di Lanús
che con il destro saliva sul bus;
ma col mancino, non ci credereste,
faceva magie in bianco e celeste
quel gran nanetto di Lanús.

martedì 4 ottobre 2011

Discorso di Allegri in spogliatoio dopo Juve-Milan 2-0

Amici in rossonero, non è ora
di prendere e tirare giù i bagagli:
abbiam commesso, forse, degli sbagli
abbiamo perso e certo perderemo
saremo polvo, infine spariremo;
ma non è questo il tempo, non ancora.

Voi vedete da voi quel ch'oggi siamo:
ragazzi vecchi, addosso righe strette
cui sfreccian via, rapide, le alette.
Si burlano di noi che siamo vecchi;
nella tempesta noi siamo gli stecchi.
Eppure, ad occhi chiusi, resistiamo.

Avanti, ancora avanti, rossoneri:
se oggi siam sconfitti ed anche anziani
io so che si può vincere domani.
Là dove non vi portano i polmoni
arrivi il cuore fiero dei campioni.
Ancora splende un poco il sol di ieri.

(a M.)

mercoledì 21 settembre 2011

Sul ventilato ritorno del Minestraro

Ah! giusto te cercavo, a' Minestra':
ha letto mi nepote sur giornale
che "torni ad allenare in serie A".
Te vonno, pare, all'Internazionale.

T'oo dico, regazzi': nun ze po ffa'.
Capisco che è n'affare gnente male,
ma in concrusione 'ndo devi d'anna'?
E nun te la pija' sur personale.

Prima de tutto, nun c'oo sai che piove?
E dimme 'n po', chi fai gioca' cor nove?
A quelli là je servirebbe un Duce

che parla, mena e nun ascorta er resto.
Uno cor bastone, e tu? tu ciai 'r mestolo.
Tu poi mette 'e toppe, un artro cuce.

A Gasperini

Oh! Gasperini battuto di nuovo,
sempre dai brocchi, dai poverini!
Di quel portiere io non me giovo:
passa la palla di Meggiorini.

passa la palla che s'infila in rete;
anche stasera, un altro bel dì.
Dici ai ragazzi "Correte! Correte!"
ma pensi "Oggi, è di nuovo così".

Costa, il pallone, e Moratti ci spese
il maialino da benzinaio;
ora non spende, e alleni da un mese
un bluff, una grana, un ginepraio.

Pensi: "A gennaio, chissà se il rintocco
di squilla sarà giunto per me!
Oppure invece se mangio il balocco:
ecco, un balocco, tutto per me!".

Poi le gambine scontrarono, e venne
rotto Ranocchia, e tu a Novarello
pensasti: "È fatta: ormai, uscire indenne
è dura, ed io son solo un fuscello.

Solo un fuscello battuto dal mare
che piega la testa, altro non fa.
Batti e ribatti lo deve spezzare;
l'unico dubbio è quando sarà".

(l'originale).

martedì 9 agosto 2011

Breve lamento pre campionato.

E' triste svegliarsi col sole di agosto,
ed ancora intontiti vedere, al suo posto,
nel cielo una sfera lucente di cuoio.
Ridatemi il calcio, sospiro, mi annoio.

Potrei incamminarmi, persino da solo
e giungere tosto sui monti, a Pinzolo,
scoprendo che l'Inter nemmeno perdona
i giovani atleti del Mezzocorona.

A Levico il Parma ed i viola a Cortina:
perché preoccuparsi di andare in piscina?
Se pure trovassi in ritiro il Novara,
l'estate sarebbe pochissimo amara.

C'è il Chievo di Mimmo che gioca a San Zeno
e di colpo mi sento tranquillo e sereno;
mi sento siccome un bambino che sogna,
vedendo il Molveno che sfida il Bologna.

Bisogna. Portare. Pazienza. Vi dico.
Settembre è vicino, è un consiglio da amico.
La prossima estate - a pensarlo sverrei -
ci son le Olimpiadi, ci son gli Europei.

mercoledì 6 luglio 2011

Sterile lamento estivo di un appassionato di calcio

A me non dispiace l'estate
(la spiaggia, le lunghe nuotate...):

però disapprovo, a ragione,
la sua povertà di pallone.

Capisco sian chiuse le scuole
ma perché sprecare quel sole?

Potrebbero correr, gli atleti,
sudando da maratoneti.

Potrebbero, ma non lo fanno:
che noia, che brutto, che inganno!

A luglio, se accendi la tele,
di solito è tempo di mele;

al limite c'è l'amichevole:
la Val di Non contro il Chievo.

Allora, sapete che c'è?
Mi faccio ogni cosa da me.

Se compro un'arancia palleggio
e son Maradona, non peggio;

E tutte le spiagge fan Rio
(ovvio che Edmundo son io).

Se guardo le belle donnine
comunque son puro, son Lineker;

ma se mi sento ispirato
le marco, sì, come Renato.

Se vedo una vela nel mare,
mentre mi spingo a nuotare,

per forza ripenso alla Samba;
se tiro una riga di bamba

son Fowler nel derby del Mersey.
Se vo in autostrada, il New Jersey

è grigio color Alessandria
né bado se passa una mandria.

E poi quando guardo le stelle
mi paiono simili a quelle

trapunte nel cielo d'Europa
(e non parlo della Mitropa).

Perciò, tra gli astri cadenti
mi scopro pensieri stridenti:

nel giorno per Pascoli agro,
per me San Lorenzo è d'Almagro.

giovedì 30 giugno 2011

Solenne dichiarazione di fedeltà all'Uruguay

Beh: da più di quattro lustri oramai
(dal tempo glorioso d'Enzo Francescoli)
in Coppa America tifo Uruguay:
spiegarmi, dite? Non so se ci riesco.

Intanto son scarsi, e conta, lo sai:
conosci il mio animo popolaresco
che vieta, i più forti, tifarli mai.
Come se fosse scorretto, furbesco.

E poi, se ripensi alla veste:
che splende d'un fresco celeste
e unica nel Continente

non pare vantarsi di niente.
Siccome rompesse un tran-tran:
per questo sostengo Forlán.

mercoledì 18 maggio 2011

Sogno di una notte pre-verdetti Champions

Giaceva Guidolin a letto, inquieto,
nervoso come guardia che sorveglia:
pensando a quel traguardo a lui segreto,

invece di dormir guarda la sveglia
che scorre lentamente d'ora in ora.
E dopo un po' non sa se sogna o veglia;

quand'ecco accanto al letto si colora
una figura strana, una presenza.
"Mister, si ricorda? Sono di Sora.

Giocavo centravanti in quel Vicenza
che giunse dalla B fino ad un passo
dal vergare una storica sentenza.

Mi capitò la palla del sorpasso...".
E Guidolin: "Ricordo, sai, Pasquale?
Rammento che gridai, ahimé! Te lasso!

Mancava giusto un poco alla finale...".
Allora la figura 'l guarda in viso:
"Mister, fu un dolore micidiale,

capace di levar per anni il riso.
Ma tornerà in Europa il suo percorso:
lo credo come so d'esser Luïso.

Ora me ne vado, il tempo è scorso".
Si leva Guidolin: non c'è nessuno.
Allora prende l'acqua e beve un sorso.

lunedì 18 aprile 2011

Il tour estivo dell'Udinese in Medio Oriente (verso semi libero)

Vorrei andare sul Mar Caspio
con Armero
a profondere assistenze
che traduconsi poi in gol
lungo il Karabogazgol.
O persino sul Mar Nero
a creare lo scompiglio, un Quarantotto,
una Vandea,
devastando la Crimea.
Da Teodosia a Sebastopoli,
di città in paese, i popoli
capiranno quanto vale
anche Antonio Di Natale.
E poi giù, a Costantinopoli,
con l'aiuto di Cuadrado
a disfare il celeberrimo
arcivescovado.
Attraverso l'Anatolia
con Corradi, Pinzi e Basta,
per mostrare di che pasta
sono fatti i bianconeri:
dalle coste di Bisanzio
fino ai piccoli sentieri
della Troade collinosa,
genti a gruppi, a frotte, a iosa
formeranno capannelli
lungo tutti i Dardanelli.
E le donne in visibilio,
affollando il litorale,
fan sorrisi maliziosi
al passaggio di Pasquale.
Così via, Georgia, Armenia,
da uno Stato all'altro ancora;
nell'arsura dell'estate, l'Udinese si ristora.

Su un'esultanza mancata

Non capisco perché non urli, Gokhan
avete visto tutti il gol ch'ha fatto:
eppure resta fermo, stupefatto
mentre i compagni suoi forte lo invocan.

Se festeggiasse temerebbe storcan
il naso, e forse straccino il contratto;
allora resta muto e mostra tatto
benché non abbian colpa quei che giocan.

Che brutta cosa quando anche la gioia
che sgorga in gola, uno la ringoia;
e tu che guardi il campo e credi al gioco

vedendo quelle scene, cresce e sale
il senso amaro ch'è rimasto poco
nel calcio, di giocoso e naturale.

giovedì 24 marzo 2011

Una promessa non del tutto mantenuta

Ricordi? Andavi all'Itis
coi panini presi al Sidis.
Facevamo il viaggio assieme;
io rammento la tua speme

d'arrivare in alto a breve
per scartar Maldini e Brehme.
Adesso sei il Munitis
della Viribus Unitis.

Ma non è poi tanto male
la carriera che fai tu,
seminando nei campetti

doppi passi e dribbling stretti;
e ti chiamano Zizou
negli stadi del laziale.

sabato 19 marzo 2011

ONOMASTICA MONDIALE

«Son nata - lei mi dice - a giugno ottantasei,
e babbo mi voleva chiamare Butragueño.
L’anno dei mondiali ognuno ha i propri eroi
ma coi nomi forestieri prevaleva un dì il ritegno:
ebbi un nome più normale, e da femmina, vi dico».
Ma io penso, sant’Iddio, in quel caldo messicano
c’eran Diego Maradona, Rumenigge ed anche Zico
Lineker che con Shilton andò a casa per la mano...
Matthäus e Platini, Giresse e Burruchaga
e quel Belgio sorprendente, di sicuro ricordate
C’eran Ceulemans e Pfaff e poi Vincenzo Scifo.
Insomma, chiamarsi Butragueño, sapete poi che piaga
non fu grande come gli altri, suvvia, lo concediate
e come nome da bambina Butragueño fa un po’ schifo.

Dalla penna del nostro fan, nonché abile poetante, Michele Mari (di cui potete leggere e ascoltare belle cose qui)

venerdì 11 marzo 2011

martedì 1 marzo 2011

Ritratto di un allenatore fumantino

Capelli da vecchia
all'uscita da messa
ma l'aria per niente dimessa:
è Walter Mazzarri.

Di boria ne tiene parecchia.
Grida agli sgarri,
"Le persecuzioni!"
gli arbitri, dice,
gli han rotto i coglioni
e li maledice:
se muoiono, brinda
nella casa linda
che affaccia sul golfo.

C'è un poster di Rolfo
e poi la finestra
e là la ginestra
di cui i più vegliardi
ricordansi grazie al bravo Leopardi.

Da qui non si nota nessuna monnezza;
e mi fa tenerezza
(anche parecchia)
quel fulgido esempio di rabbia ed accuse
perpetuamente in cerca di scuse
con i suoi buffi capelli da vecchia.

lunedì 21 febbraio 2011

Er Minestraro

E mmo' chi s'oo credeva, a Minestra'?
che 'n giorno te n'annassi pe ddavero
che nun bastasse manco anna' tre a zero
pe nun vedesse ancora arivortà.

Testaccino, conosci sta città:
ieri eri un gigante der penziero
co cquer profilo crassico e severo
er degno erede d'aa Romanità.

Oggi c'arisurta un po' scipita
quaa minestra tua, o ribollita
che tu hai pijato pronta dar Toscano;

ma mmo' nun c'ha più gusto, ariscallata.
Abbozza, Minestra', che Roma è 'ngrata;
c'oo sai mejo de me (nun zei Romano?).

[domando scusa alla città di Roma per l'utilizzo improprio e inesperto del vernacolo locale).

giovedì 27 gennaio 2011

Al mio barista, emigrato in Continente

L'conosco da molto? Parecchio;
ormai è diventato anche vecchio.
Io sono un suo antico cliente;
se entro, frammisto alla gente,

si ferma, saluta me solo.
Ricambio, poi torna al suo ruolo:
mi chiede, con sfoggio di doppie
- ai tavoli siedon le coppie -

"Lavori? Con quale mansione?
Che bevi? Ti servo al bancone?".
Rispondo che i tempi son duri.
Poi guardo distratto i suoi muri.

Ricordo l'infanzia mia acerba;
già Riva planava sull'erba.
Già c'era la rosa completa
(Francescoli, Zola, Fonseca)

e fissa tra quei giocatori
l'immagine dei quattro mori.
Ho trent'anni, bevo un Varnelli
ma i poster rimangono quelli.

Vorrei domandare, ma taccio,
per non blaterare a casaccio,
"Da quanto non torni in Sardegna?":
è a casa, se il Cagliari segna.

mercoledì 26 gennaio 2011

L'inverno dell'A.C. Cesena

Non tutti ad essere onesti lo sanno,
non solo l'estate c'è la Romagna:
trovasi pure nel resto dell'anno.
E pure d'inverno il mare la bagna.

Poi c'è Cesena, che l'unico mare
(l'altro è distante) ce l'ha nella curva
di tubi d'acciaio, che senti tremare
quando Igor Budan colpisce e s'incurva.

L'inverno a Cesena è pure un po' strano:
senza la neve che imbianca le vette,
gela piuttosto la squadra pian piano
e rallentan la corsa le alette.

La calda primavera di Schelotto
e poi Giaccherini, tutti finiti;
l'attacco procede a scarto ridotto
lasciati davanti come eremiti.

I difensori, caduti in letargo,
scompaiono: gente, non lo vedete?
davanti Antonioli sembra uno slargo
o, peggio ancora, gli fanno autorete.

Si dice comunque per la Romagna,
presto, vedrai, si tireranno fuori;
solo qualcuno ogni tanto si lagna
che in tempi da lupi servon castori.

mercoledì 12 gennaio 2011

Ragioni per vivere

È vero
credetemi è accaduto
di notte su di un ponte
guardavo l'acqua scura
con la dannata voglia
di fare un tuffo giù
D'un tratto
qualcuno alle mie spalle
forse un angelo
vestito da passante
mi portò via dicendomi
Così
Meraviglioso
ma come non ti accorgi
di quanto il Nino Sanchez sia
meraviglioso
Meraviglioso
perfino Floro Flores
potrà segnare poi
Meraviglioso
Ma guarda intorno a te
con Inler e Pasquale
e che colpi ti ha inventato
Di Natale!
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente Denis
e Isla
e anche Benatia
Meraviglioso
il dribbling di un cileno
che gioca solo per te
Meraviglioso