Caldo ma breve è l'amore d'estate:
rapido e labile, come Zarate;
è sempre amore, comunque, lo sai,
dunque non credo ti scorderò mai.
Guardavo, di sera, il tuo Uruguay:
di colpo, mi pare, m'innamorai;
le chiome tue d'oro, sparse e sudate,
parvero come di brina bagnate.
Non m'eri sconosciuto, caro Diego;
ti vidi già trionfar da colchonero.
Fu forse la tua nuova, antica veste
(come i tuoi occhi, di tinta celeste)
a fare sì che t'amassi davvero;
ma tanto così...? Io non me lo spiego.
Finito il mondiale, è già Ramadan;
resto digiuno, e mi manca Forlán.
giovedì 15 luglio 2010
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