lunedì 18 aprile 2011

Il tour estivo dell'Udinese in Medio Oriente (verso semi libero)

Vorrei andare sul Mar Caspio
con Armero
a profondere assistenze
che traduconsi poi in gol
lungo il Karabogazgol.
O persino sul Mar Nero
a creare lo scompiglio, un Quarantotto,
una Vandea,
devastando la Crimea.
Da Teodosia a Sebastopoli,
di città in paese, i popoli
capiranno quanto vale
anche Antonio Di Natale.
E poi giù, a Costantinopoli,
con l'aiuto di Cuadrado
a disfare il celeberrimo
arcivescovado.
Attraverso l'Anatolia
con Corradi, Pinzi e Basta,
per mostrare di che pasta
sono fatti i bianconeri:
dalle coste di Bisanzio
fino ai piccoli sentieri
della Troade collinosa,
genti a gruppi, a frotte, a iosa
formeranno capannelli
lungo tutti i Dardanelli.
E le donne in visibilio,
affollando il litorale,
fan sorrisi maliziosi
al passaggio di Pasquale.
Così via, Georgia, Armenia,
da uno Stato all'altro ancora;
nell'arsura dell'estate, l'Udinese si ristora.

Su un'esultanza mancata

Non capisco perché non urli, Gokhan
avete visto tutti il gol ch'ha fatto:
eppure resta fermo, stupefatto
mentre i compagni suoi forte lo invocan.

Se festeggiasse temerebbe storcan
il naso, e forse straccino il contratto;
allora resta muto e mostra tatto
benché non abbian colpa quei che giocan.

Che brutta cosa quando anche la gioia
che sgorga in gola, uno la ringoia;
e tu che guardi il campo e credi al gioco

vedendo quelle scene, cresce e sale
il senso amaro ch'è rimasto poco
nel calcio, di giocoso e naturale.