venerdì 23 aprile 2010

L'udinese Jancker

Carsten, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando il tuo capo riflettea
le luci di riflettori sportivi,
e tu, pesante e falloso, al limitare
dell’area intristivi?

Segnavan i tuoi
compagni, e quelli tutti attorno,
con tuo perpetuo rimpianto,
allor che alle reti degli altri
intento miravi, assai triste
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il Kaiserslautern.

martedì 20 aprile 2010

Inter-Barcellona, 20 aprile 2010

Io canto l'universo e Catalogna
che sfidansi stasera lì al Meazza
per coglier la finale ch'ognun sogna
al cui conseguimento va ogni razza
a rischio di sconfitta e di vergogna,
quelle che 'l ricordo già imbarazza.
Ma giunti a questo punto non importa;
conta sol bucare l'altrui porta.

Son milanesi i primi, ossia italiani,
stretti nelle righe azzurre e nere
ma vengono dai campi americani
da cui li ha tratti il soldo ed il potere.
Per guida e condottier son lusitani:
è uomo d'Alentejo il loro alfiere.
Ne fissano alla tele il volto cupo:
si dice sia speciale (è uomo o lupo?).

Or sfilano le schiere dei lombardi
guidate da Zanetti, chioma dura,
trafitto da migliaia d'occhi e sguardi
alieno come sempre a ogni paura.
Lo seguono da presso i tre baluardi
della difesa e della marcatura:
per primo Julio Cesar, magno nome,
portato per destino ad agir come

non fosse solo caso o coincidenza
quel suo chiamarsi da conquistatore
ma fosse invece segno d'un'essenza
per cui della sua squadra è imperatore.
Davanti a quel campione, riverenza
si deve poi anche a Lucio, marcatore
feroce sia in difesa che in attacco;
letale nella chiusa e nello stacco.

Brillan gl'occhi freddi in Samuel, muraglia,
tempestan quelli tropici di Cordoba;
e l'uno e l'altro avvezzi a che la maglia
s'onori ogni partita, né ricordo
si sian tirati via da una battaglia
se non per via d'un rosso un po' balordo.
Cambiasso, lì davanti, attende e veglia
che vengano i blaugrana a dar la sveglia.

Maicon è largo a destra, ognun s'aspetta
che tenga in serbo pei barcellonesi
un'altra nuova e simile saëtta
come fu quella che sui torinesi
- contro cui sempre cercasi vendetta -
s'abbatté, come fanno i sogni attesi.
Poi Motta, lungo lungo un po' sgraziato,
difende il posto che gli fu segnato.

Nel trio d'attacco che di più riluce
appare prima il biondo tra quegli assi;
si chiama (è vero) sarto e dunque cuce
con fili giunti dai Paësi Bassi.
Son fili, infatti, di splendente luce
da Neeskens o da Crujiff, da tali classi.
Pare ogni suo cross un arcobaleno,
ma spetta ad Eto'o trarne il sereno.

A lui, ch'è stato a lungo il Barcellona,
tocca trovare il modo e la maniera
di scorgere tra molte la via buona
per battere il nemico di stasera.
Così la vita prima t'affeziona
poi dona d'altre terre la bandiera.
Milito queste cose le sa bene
fu principe in Liguria ed ora tiene

un trono un po' diverso in Lombardia:
se prima era regnante ora governa
da console in quest'altra monarchia
dove Mourinho solo è guida eterna;
dove diventa legge ogni follia
se solo in portoghese la si esterna.
D'altronde è lui, si sa, quello speciale,
colui che della zuppa è pepe e sale.

Dal lato opposto trovasi Guardiola
che fu con Koeman, Laudrup, anche Baggio;
cresciuto ad una tale ed alta scuola,
potea di lì sortir soltanto saggio.
Perciò rimane calmo e non si sgola
ché poco urlar non è poco coraggio.
Di norma sta seduto, attende il lampo;
e l'avversario torna a centrocampo.

In porta c'è Valdes, sangue culé,
che sa bene cos'è giocar pel Barça;
lo stesso per Puyol, Busquets, Piqué,
per cui "giocare in casa" non è farsa.
Chi parla català, chissa perché,
con quella maglia non è mai comparsa.
A farla tanto lunga par retorica;
ma 'l calcio è una questione in fondo storica.

D'oro e di verde son fatte le fasce:
c'è Danï Alves pronto sulla destra,
con Maxwell d'altro lato le ganasce
d'una manovra calma e assai maestra,
che tutti i difensor mette in ambasce,
che scaglia traverson come balestra.
Oppure danno al centro verso Xavi:
del centrocampo lui tiene le chiavi.

Se una palla filtra, è già letale,
ché chiede solo tanto quel Pedrito,
esperto nel tirare e nel far male,
né spesso un gol gli placa l'appetito:
il bomber vero è bestia non banale,
la cui fame di gol tende a infinito.
A tale regoletta dà ragione
qualsiasi goleador, con convinzione.

Si dice dei poeti che son da eccessi
che sprecan complimenti ed aggettivi;
ma quando poi ti tocca dir di Messi
senza esagerare, cosa scrivi?
Dico ch'è il migliore; nol facessi,
sarei un dei bugiardi, un dei cattivi.
Agile di corpo corto e genio alato
il difensore pensa, è già passato.

A chiudere la schiera grana e blu,
uno che a guardarlo il cor ti vibra;
pensavi non dover vederlo più,
tu interista che nella tua fibra
sei combattuto e speri nel tabù
per cui se gioca in Coppa è un altro Ibra.
Colpisce certo credere negli ex;
dicevano i latini "dura lex".

Partita dunque strana, per stasera:
chi gioca per conferma, chi per gloria;
chi giunge col metrò, chi via corriera;
chi vinse l'altr'anno, chi in preistoria;
chi sa già di valer, e poi chi spera;
chi di finali non ha più memoria.
Queste alcune chiavi, altre avrò scordato;
la verità però la dice il prato.

sabato 17 aprile 2010

Il giorno del derby

Oggi è il giorno della mossa
la vigilia è terminata;
sul tuo letto sta piegata
la sciarpetta biancorossa.

Tu la prendi, la rigiri,
accompagni già l'azione
vedi Mastro e Colacone
speri già nei loro tiri.

Batte l'una, il desco chiama,
ma lo sai, non mangerai;
è il digiuno, casomai,
quello che l'attesa brama.

Come il tempo, batte il cuore;
scorrono presto le ore.
E gli amici vengon già
e ti urlano "Tommà!".

Presso l'auto, tra i saluti,
volan via pure i minuti.
Poi qualcuno dice "Bene!
Partiam presto, ché conviene".

Quando stai per arrivare
forse il tempo vuoi fermare;
perché più della partita
è l'attesa, la tua vita.

lunedì 12 aprile 2010

Vecchi amici chiacchierano di pallone

È pur dolce il ritrovarsi
a parlar di Bastos Tuta.
Un amico, lingua arguta,
ora cita Serge Diè.

Tu ripensi anche a Pupita,
a Tedesco, a Gabionetta,
al rinvio con bicicletta
che vedesti far Cufrè.

L'esistenza l'hai passata
aspettando ogni partita;
ma non chiedi alla tua vita
che restar così com'è.

(l'originale)

sabato 10 aprile 2010

mercoledì 7 aprile 2010

Barcellona - Real Madrid

Quaranta passi
per Lionel Messi
Finte, scarti
o più complessi
movimenti d'anche.
Facce bianche
di basiti difensori
dai colori
di meringhe.
Pepe, Gago, Sergio Ramos.
E qualcuno grida "Vamos!"
Giace attonito Casillas
e la curva, in un sol coro,
lo canzona come un toro
già trafitto
dalle fredde banderillas.

Anni Novanta. Un errore difensivo causa la rete del Cosenza

Forse un terzino passando in area al portiere
debole, rivolgendosi, vedrà compirsi mirabile:
Marulla alle sue spalle, il cannoniere,
c'è già, con il suo destro imparabile.

Poi sopra a quella schiena, s'accalcheranno al San Vito
Coppola, Monza, Negri per l'abbraccio consueto.
Uscirà troppo tardi, il terzino smarrito,
tra compagni che non lo guardano, ed odio segreto.

(l'originale)

martedì 6 aprile 2010

Attaccanti pur validi sprecano assist d'oro

Sul più illustre passaggio
è incespicato Wiltordo
con il suo passo di pantera
sul più illustre passaggio
il doppio passo di Tamudo
e il vostro sguardo di curva innamorata
il doppio passo silenzioso come il ricordo
prima del tiro ad effetto
difensore accorrente
la sua diagonale che ricuce.

(l'originale)