martedì 11 dicembre 2012

La Fiorentina di Montella scende all'Olimpico

Ecco: ritorna Montella al suo nido
quello nel quale spiegava le ali
dove gettò quattro volte il suo grido
di fronte ai laziali.

Vi fu poi da coach, ma era agli inizi:
come un bimbetto davanti alla scuola.
Adesso, invece, son tempi propizi:
allena la Viola.

Quella che era un'armata in disarmo
con lui, aggiunge vittoria a vittoria.
Tutti che reman compatti sull'armo
prua verso la gloria.

Manca nei viola il fatato Jo-jo
montenegrino: ma certo non treman
gli undici scelti gigliati, oh no!,
calando da Zeman.

Tanti di quelli han Roma nei cuori.
Ritrovano già dai fuochi e dai botti
il ben noto stadio, i ben noti cori,
il solito Totti.

Via: sul suo tocco, qual picco dell'Hellas,
sbuca un greco più alto di un pero
(curioso? a Roma già videro Dellas...)
e fa l'uno a zero.

Ma chi pensasse "La viola ora sbanda"
o non conosce Montella o si sbaglia:
alla primissima sua scorribanda
pareggia Roncaglia.

Stasera la Roma non è solo estro;
è più precisa, brillante, s'impegna.
Lo si capisce dal tocco di Destro
per Totti che segna.

Dopo, l'infante di casa Viviano
sul tiro ambiguo che fa? Non s'arrischia...?!
Duecentoventuno pel Capitano!
E l'arbitro fischia.

Ora, affondano i viola? C'è un'orgia
che ai loro danni forse s'appresta?
Ecco il diabolico piede d'un Borgia
che guasta la festa.

È buio da ore il cielo di Roma;
pure risplendono sul campo verde
quelli di casa e la Viola, mai doma.
Non conta che perde.

Anzi, la giocano fino all'estremo:
invocan gli spalti placida noia...
Ciò finché Totti non dice: "Chiudemo":
Osvaldo fa 'l boia.

Tutta la storia a quel punto è svanita.
Chi aspettava soltanto il finale
si scopre deluso, a partita finita:
ci resta un po' male.

Numeri tali si danno di rado.
"Chissà quando andrà di nuovo in rivista",
pensa fra sé, "un match di pari grado",
il più romanista.

Mentre Montella sussurra "Francesco!
Ti conosco da tanto, e so ch'è così.
Su questo campo ho volato, e non riesco...
Va bene così".

Poi s'avvicina, sorride ai ragazzi
che, mesti, scendono agli spogliatoi:
"Forza! La prossima, meno imbarazzi
e vinciamo noi".