venerdì 12 marzo 2010

A Sebastiano Rossi

Non già perché dell'inviolata rete       
tu fosti il mago a me sì caro vieni,            
o Seba. E chi voi comparar vorrete,
Sovier furioso o i pugni di Sereni

a quando tu dalle pensate inquiete
stoppando Bucchi quasi non lo meni?
Se siete onesti invero ammetterete
che il trono del teppista saldo tieni.
 
Vagar mi fai coi miei pensieri all’orme
tue, apposte al tuo cappello e poi le piogge
d'insulti che lanciavano le torme
 
con i petardi di pugliesi Fogge;
che pronto tu restituisti. In te dorme
quel buon "fair-play" che va chiedendo Rogge.

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