domenica 7 novembre 2010

L'estate struggente del '94

A casa c'è il babbo
che parla, piangendo
di come il salario non vada crescendo;
io invece per strada mi sento Romario
ed attendo.
Aspetto vacanze in campeggio
col camper: Toscana, vicino a Viareggio.
E vago, una stretta su in gola
e la testa confusa
per colpa del calcio sbarcato negli USA.
Diviso tra giovani poco vestite
e la tele del bar che trasmette partite.
Oh, guarda la Silvia e i suoi biondi capelli!
Non posso, c'è Hagi che impegna Ravelli!
Su, valle a parlare, coraggio! Coraggio!
Fai come Roberto - coi Bulgari - Baggio!
Intanto un pensiero mi rode, al campetto.
Lo stoppo di piede, di testa, nel petto,
e si ferma, terribile, ai lati del cuore:
è questa la cosa che chiamano amore?
Ripenso alla Silvia, mi sudan le mani
siccome durante il rigore di Evani.
Mi sa che ho deciso: magari la sposo,
se trovo la forza, se riesco, se oso.
E pure mi spiace, singhiozzo, mugugno,
lasciare il pallone col sole di giugno.
Se dopo funziona, se non ci si annoia,
andremo al Melani su in moto, a Pistoia
e poi, quantomeno, vorrei due bambini
e il maschio lo chiamo Demetrio Albertini.

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