sabato 3 luglio 2010

Filastrocca per un anonimo menagramo

Qui comincia l'avventura
d'una brutta scottatura.
Chi l'ha presa? Lo saprete
se miei versi leggerete.
C'era un giorno un poro figlio,
Presidente del Consiglio,
che piangeva ed uggiolava
ché l'Italia non giocava.
"Siamo fuori dal mondiale!
Che disastro! Che gran male!".
Senza calcio, a quel tapino
non riusciva il suo giochino:
fare il clown, dir due cazzate
e le crisi, superate.
Servirebbe a Burlesconi
una delle sue invenzioni.
Ma l'attesa non è lunga:
vola a Rio e spera in Dunga.
La partita è contro il Cile:
chi lo ferma, sto Brasile?
Burlesconi fa "Va là!
Tiferò Lucio e Kakà.
Non è giusto? Beh, spiacente,
salgo al carro del vincente".
Nella foto assieme a Lula
c'è la maglia e lui la adula.
In Italia, ancora a casa,
sul divano poi si gasa:
il Brasile attacca e segna
"Viva Dunga e anche la fregna!".
Parla e allunga un po' la mano
alle tipe sul divano.
Son sedute accanto a lu'
voglion fare la tivù.
Ma l'Olanda poi pareggia;
Burlesco' non s'amareggia:
"Solo un caso, lo vedrete,
ora arriva un'altra rete...".
Ed arriva; ma per gli altri.
Gli olandesi sono scaltri.
Il Brasile perde, è fuori;
son distrutti i giocatori.
Anche Lula si convince:
col Burlesca non si vince.
Se ne vanno anche i trojoni:
si dispera Burlesconi.

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