mercoledì 9 giugno 2010

Lippi al suo pupillo Iaquinta

T'amo mio nove; ed un presentimento
di rigore fallace al cor m'infondi,
o che leggero come un monumento
tu corri i campi d'Africa infecondi,
o che del gioco facendoti strumento
la palla gol di Pirlo cicchi e affondi;
ei t'insulta e ti punge, e tu co 'l lento
giro degli ottusi occhi rispondi.
E pel grave erroraccio, onde la sfera
sbucciata si disperde larga e quieta,
la Nazione nel gran silenzio perde.

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